
Le baron de la drogue italien Claudio Pasquale Locatelli, 61 ans, a été condamné le mardi 3 septembre par les assises des Alpes-Maritimes à trois ans de prison pour s'être évadé il y a 24 ans de l'hôpital de Grasse (Alpes-Maritimes).Le ministère public avait requis dix ans de prison à son encontre, l'estimant en outre coupable du braquage d'un homme lors de son évasion. Le commando venu le libérer avait en effet contraint un agent hospitalier à lui abandonner sa 2CV pour prendre la fuite.
Des faits que Claudio Locatelli a niés avoir commis lui-même et pour lesquels il a été acquitté par la cour. Au cours du procès débuté lundi, aucun des témoins ne s'est constitué partie civile, pas même un ancien policier qui avait pourtant été assommé par le commando venu libérer Locatelli.Et tous ont semblé avoir la mémoire qui flanche. "Ca fait un quart de siècle!", a argué une ancienne employée de l'hôpital pendant l'audience.Détenu à la maison d'arrêt de Grasse en 1989 pour trafic de stupéfiants, Locatelli, narcotrafiquant d'envergure internationale, avait réussi à se faire transférer à l'hôpital en se cassant un bras. Un commando de cinq hommes armés, dont on n'a jamais retrouvé la trace, étaient alors venus le libérer.Pendant sa cavale, il avait été interpellé à plusieurs reprises et avait été remis en liberté pour des questions de procédure, avant d'être finalement de nouveau arrêté en Espagne. L'homme doit encore être jugé en Espagne en octobre, puis en Italie, toujours pour trafic de stupéfiants.Proche de la mafia napolitaine, ce trafiquant de haschich et de cocaïne, qu'il a importées massivement en Europe, a déjà passé 25 ans de sa vie derrière les barreaux.
http://www.leparisien.fr/nice-06000/evasion-en-1989-3-ans-de-prison-pour-le-baron-de-la-drogue-italien-claudio-locatelli-03-09-2013-3104217.php
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Lu dans La Repubblica de Milano du 13 novembre 2013

L'uomo, la cui carriera nel narcotraffico è stata ampiamente descritta nel libro 'ZeroZeroZero', sarebbe dietro a un traffico internazionale di stupefacenti da Spagna e Sudamerica in cui è coinvolto un ex sottufficiale del Ros
di MARA MOLOGNI
Lo leggo dopo
Pasquale Locatelli
BERGAMO - Il "broker" della droga, "il Copernico del commercio di cocaina", "il prototipo dell'imprenditore che si è costruito da solo facendo affidamento solo sulle proprio e forze e sul proprio senso degli affari." Roberto Saviano nel suo libro ZeroZeroZero aveva definito Pasquale Claudio Locatelli. E proprio Locatelli sarebbe dietro al traffico internazionale di stupefacenti che dalla Spagna e dal Sudamerica arrivavano nel nostro Paese: un traffico scoperto dopo il sequestro di 920 chili di hashish nel garage di proprietà di Gianfranco Benigni, ex sottoufficiale dei Ros. È questa la tesi della Procura di Bergamo, che ha comunicato la chiusura delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio per 'Mario di Madrid' (altro nome con cui l'uomo era noto nell'ambiente del narcotraffico).
Tutto comincia a Bergamo nel 2008, quando i carabinieri perquisiscono il garage di un loro ex collega, che nel 2010 sarà condannato in primo grado a dieci anni al termine del processo sulle operazioni antidroga dei Ros del generale Giampaolo Ganzer, e ci trovano 920 chili di hashish, divisa in pacchi da oltre 30 chili l'uno. Le indagini portano presto gli inquirenti a individuare i corrieri della droga: un uomo e una donna di nazionalità francese (la scelta di utilizzare una coppia doveva servire a passare inosservati nel caso di eventuali controlli) e Dario Ferraro, 56 anni, residente a Malaga.
La maggior parte della sostanza stupefacente (circa 600 chili) sarebbe stata trasportata dalla Spagna all'Italia con un'automobile attraverso la Francia. Una volta testato il prodotto, giudicato di scarsa qualità dai trafficanti, sarebbe stato necessario un ulteriore acquisto di 300 chilogrammi di hashish sul mercato italiano per rinforzare la merce e renderla più appetibile, e quindi vendibile, ai consumatori. Gli inquirenti riescono ad arrivare a Locatelli attraverso l'analisi dei tabulati e delle celle agganciate dai cellulari, oltre che dei dati del gps montato sul furgone a noleggio utilizzato dal gruppo per trasferire la droga. L'iter giudiziario è stato allungato dal fatto che attualmente Locatelli è detenuto in Spagna per altro reato: la notifica dell'atto di chiusura delle indagini è stata consegnata solo durante un momentaneo trasferimento del detenuto in Francia, Paese definito "più collaborativo" dal procuratore bergamasco Francesco Dettori.
Il pm Maria Cristina Rota ha invece escluso qualsiasi possibile collegamento tra questo caso e l'omicidio di Yara Gambirasio. Dopo il rinvenimento del corpo della ragazza era circolata la notizia che il padre, Fulvio Gambirasio, avesse testimoniato in tribunale proprio contro Pasquale Locatelli. La circostanza è stata però categoricamente smentita dallo stesso Gambirasio.
Locatelli, 61enne nato in un piccolo paese della Val Imagna, passa dal traffico di auto di grossa cilindrata a quello di droga negli anni Ottanta, quando a Milano la cocaina diventa sempre più di moda. Già condannato a 20 e 10 anni di carcere ma latitante, viene sorpreso dalla polizia francese a Saint Tropez. Nella villa in cui l'uomo si nascondeva vengono trovati anche 40 chili di coca colombiana.
Ma Locatelli riesce a fuggire e ad arrivare in Spagna. E proprio in Spagna viene di nuovo fermato nel 1994, nel corso della operazione Dinero: si scopre che a Locatelli sono intestate almeno quattro grandi navi utilizzate per il traffico di stupefacenti. Dopo una serie di arresti e scarcerazioni finisce definitivamente in carcere nel 2010, dopo che la Dda di Napoli spicca un mandato di cattura internazionale per associazione finalizzata al narcotraffico.
http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/11/13/news/processo_in_vista_per_pasquale_locatelli_saviano_lo_defin_il_broker_della_cocaina-70906223/
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